SpesaBus non è solo un lavoro, ma una missione personale.

giovedì 23 maggio 2024

“L’idea di SpesaBus nasce subito dopo il Covid, quando mi sono resa conto che soprattutto i piccoli produttori e i piccoli commercianti avevano difficoltà ad adattarsi alle nuove abitudini di consumo dei clienti finali.

Io abito a Labico, un piccolo paesino in provincia di Roma, e durante il lockdown ordinavamo la spesa a casa da aziende agricole del territorio.
Il sistema, però, non era efficiente: prima arrivava il furgoncino del caseificio, dopo un po’ quello delle uova e dopo ancora quello del forno. Da ingegnere dei Sistemi di Trasporto, mi sono chiesta: “È possibile organizzare una piccola distribuzione che metta in rete queste realtà e crei delle economie di scala?”

Quindi la spinta iniziale è stata logistica: volevo trovare un modo per organizzare meglio il processo. Finito il lockdown, poi, molti di questi piccoli produttori avevano smesso di consegnare a domicilio: non avevano più le risorse necessarie per continuare, soprattutto se si trattava di aziende familiari con un punto vendita fisico da gestire.

In parallelo, come famiglia, cercavamo di essere consumatori più consapevoli e sostenibili. In questo caso, la domanda è stata: “Qual è il modo per rendere il nostro consumo più sostenibile?” La risposta, farlo diventare un’abitudine facile.

Da qui è nata l’idea di una piattaforma online, un marketplace dove i produttori locali potessero vendere direttamente ai consumatori finali. Volevamo agevolare non solo la vendita, ma anche il pagamento, permettendo un unico ordine e un unico pagamento per più produttori, e offrire un servizio di consegna.

Abbiamo deciso di lavorare senza magazzino, utilizzando quelli dei nostri aderenti. Noi ci occupiamo della distribuzione, organizzandola come una linea di autobus: facciamo fermate presso i produttori per ritirare la merce e poi presso i domicili dei clienti o in punti di ritiro che chiamiamo “fermate Spesabus”.

L’obiettivo principale è mantenere la località dei prodotti per essere sostenibili anche nella consegna, scegliendo prodotti a chilometro zero.

𝗦𝗽𝗲𝘀𝗮𝗕𝘂𝘀 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝘂𝗻 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼, 𝗺𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲. Ho dei figli e mi rendo conto che se non cambiamo marcia, non gli lasceremo una bella eredità.
Non basta la spinta emotiva personale per cambiare le abitudini di consumo di molti; servono strumenti pratici e accessibili.

Ogni volta che organizziamo una consegna, mi rende felice pensare che, nel nostro piccolo, stiamo contribuendo a un futuro migliore, non solo per i miei figli, ma per tutta la comunità; e che ogni prodotto locale che consegniamo non è solo un passo verso la sostenibilità, ma un modo per sostenere le piccole realtà che sono il cuore del nostro territorio.

Flavia ha raccontato la sua storia il 22 maggio a Roma durante l’evento: “Food Storytelling: raccontare la propria identità d’impresa nella piazza digitale”.