Relazioni al centro, anche con un clic: quando la tecnologia nutre i legami.

martedì 8 luglio 2025

“Mi chiamo Matteo e faccio il ceramista.

Perché? Perché alla fine di tutto, quello che voglio è vivere del mio lavoro. Non diventare ricco, ma essere felice. E so di essere fortunato: vivo nella provincia di Firenze, e quando qualcosa va storto, basta una passeggiata nei boschi per rimettere le cose in ordine.

Prima mi occupavo di informatica. Ho lavorato in una delle prime aziende italiane di e-commerce, e il web è sempre stato una mia passione. Ma i computer, per quanto mi affascinino, sono tutti uguali. Hanno lo stesso pulsante, gli stessi componenti.

Nell’artigianato invece ogni pezzo è diverso. È unico. Ed è anche un modo, nel mio piccolo, per lasciare qualcosa che resta. Alcune ceramiche del museo di Montelupo sono lì da cinquecento anni. È come se ogni oggetto fosse un messaggio mandato nello spazio, il nostro personale disco d’oro del Voyager.

La mia famiglia fa questo mestiere da generazioni. Io lo porto avanti, ma a modo mio. Ho capito che il futuro è nella collaborazione. La vecchia mentalità dell’orticello personale non funziona più. Se un altro è più bravo di me in qualcosa, lo coinvolgo. Lui è contento, io pure, il cliente anche.

Sono stato uno dei primi in Italia a fare esperienze di ceramica: laboratori aperti a chiunque volesse mettere le mani in pasta. Ora li fanno in tanti, ma quando ho iniziato io, no. Ho investito tanto su TripAdvisor, quando ancora era una piattaforma per hotel e ristoranti. La gente mi trovava lì, poi sono arrivati le piattaforme di esperienze come GetYourGuide.

Chi viene a Montelupo, me lo coccolo. Perché so che ha scelto di venire qui, non ci è capitato per caso. Scatto una foto a tutti: North Carolina, Texas, Maldive, Arabia Saudita. Il mondo è passato da qui.

Un giorno una famiglia americana è venuta a trovarmi. Poco dopo, scrivono che in un ristorante negli Stati Uniti hanno trovato uno dei miei vasi. Ora vanno lì ogni volta, per pensare alla nostra piccola bottega.

Uso la tecnologia, certo. Ma per me è uno strumento per creare relazione. Prima di spedire un pezzo, mando una mail con la foto. Mi ha scritto una cliente, una notte, per ringraziarmi, per dire che il tempo passato insieme è stato uno dei momenti più belli del loro viaggio in Italia.

Ecco, il tempo. Il tempo che si dedica agli altri vale quanto quello impiegato a impacchettare un ordine.

Il mestiere dell’arte va oltre le barriere. L’arte ha una lingua tutta sua, e chi arriva qui, lo sente.

Io faccio questo: accolgo, ascolto, realizzo. Faccio ceramica, sì.

Ma soprattutto creo legami.”

Matteo Mirenda è ceramista presso La Galleria Nuove forme d’arte www.facebook.com/lagalleriamontelupo
Matteo ha raccontato la sua esperienza lo scorso 12 giugno all’evento “Impresa e artigianato locale”, tenutosi a Firenze in collaborazione con la Camera di Commercio, il Punto Impresa Digitale, CNA Firenze – Area Metropolitana e Confartigianato Imprese Firenze.
Scopri di più sul progetto qui https://www.mondodigitale.org/progetti/job-digital-lab