Dal primo pc in quarta elementare, alle olimpiadi di cybersicurezza.

lunedì 28 aprile 2025

“La mia passione per l’informatica comincia molto prima di avere un computer. Da piccolo guardavo mio padre lavorare al pc e volevo farlo anche io. A Natale, in quarta elementare, me ne regalano uno tutto per me. All’inizio ci gioco, poi inizio a programmare con il linguaggio batch di Windows. Programmi semplici, ma è lì che inizia tutto.

A undici anni scopro i bot di Telegram, chat automatizzate con cui si può creare quasi tutto: risposte automatiche, giochi, musica. Lì capisco che l’informatica permette una libertà incredibile. Meglio dei Lego, che pure ho sempre amato. Qui non ci sono limiti, se non quelli della conoscenza.

Alle medie imparo da autodidatta, con YouTube e siti online. Su Telegram entro in un gruppo di sviluppatori da cui apprendo tantissimo. Nell’informatica c’è condivisione, è una cosa che mi piace: i progetti aperti, l’idea che la conoscenza debba essere accessibile a tutti.

Alle superiori scelgo il liceo scientifico con scienze applicate. Studio matematica, fisica e un po’ di informatica, ma due ore a settimana sono poche, così continuo da solo. Ora sono al quarto anno e so già che all’università farò ingegneria informatica.

Partecipo a ogni gara possibile, anche quelle di matematica. Mi piacciono i problemi difficili, capire come ragionano gli altri, imparare dai migliori. Con le olimpiadi di informatica è diverso: sono più ripetitive. Mi sono trovato meglio con le competizioni di sicurezza informatica: sono più varie, con più categorie, web, crittografia, reverse engineering.
Ognuno si specializza in una. Io ho scelto il web.

Si tratta di trovare vulnerabilità nei siti. L’obiettivo è spesso una stringa nascosta, la “flag”: è per questo che le competizioni si chiamano “capture the flag”. La flag può essere nascosta ovunque: in una nota, in un account amministratore. A volte riesci a trovarla, altre no, ma anche solo ragionarci sopra mi diverte. Ogni volta scopro qualcosa di nuovo, anche in categorie che non conosco: mi piace andare a fondo, in verticale, analizzare i problemi.

Le gare in presenza sono la parte più bella: conosci persone con le tue stesse passioni, da tutta Italia. L’ambiente è aperto, non ci sono limiti di età. Si socializza facilmente, si impara molto.

Nel tempo libero gioco a tennis e leggo. Non romanzi, ma libri di scienza, filosofia, argomenti che trattiamo a scuola: voglio sviluppare il mio pensiero.

Cosa farò da grande? Non lo so ancora, ma vorrei fare qualcosa che abbia una ricaduta positiva per la comunità. Mi piacerebbe che avesse a che fare con l’istruzione, con la comprensione, qualcosa che aiuti le persone ad apprendere meglio. Un anno fa, con un amico, abbiamo iniziato a lavorare su un’app che generava quiz automaticamente a partire da un documento. Ci siamo fermati per mancanza di tempo e perché i competitor erano già tanti. Ma l’idea era buona, perché il modello del quiz piace, è pratico. Vorrei ripartire da lì.
Vorrei contribuire a rendere la scuola più inclusiva ed efficiente. Nelle classi ci sono studenti con capacità diverse, ma spesso si insegna nello stesso modo a tutti. C’è chi si annoia e chi resta indietro. Ecco, io sogno una scuola che intercetti tutte le differenze e le trasformi in valore.”

Leonardo Mattei è studente del Liceo scientifico Antonio Labriola di Roma, medaglia d’oro a OlyCyber.IT 2024.
Leonardo parteciperà l’8 maggio a “Supereroi digitali”, sfide di hacking etico alla RomeCup.
Scopri di più sul progetto qui https://www.mondodigitale.org/progetti/job-digital-lab